A cura di Niccolò Poli – Studio Dusilaw Legal&Tax
In tema di responsabilità medica la Corte di Cassazione torna sull’onere probatorio con la Sentenza n 5128/2020.
In un procedimento vertente su di una richiesta di risarcimento danni avanzata dalla paziente di un dentista, già sottoposta ad altro intervento presso altro centro, la Suprema Corte ha ritenuto che, avendo comunque [userpro_private restrict_to_roles=administrator,subscriber,author max_width=100% margin_top=50px] la paziente provato un aggravamento delle condizioni di salute, il medico per non risultare soccombente avrebbe dovuto provare il contrario.
Avrebbe dovuto dimostrare che le cure effettuate sulla paziente, per quanto inutili sul piano del recupero della funzionalità dell’apparato dentario coinvolto, e comunque denotanti una sua complessiva negligenza sotto il profilo dell’ars medica, non avrebbero avuto alcun impatto sulla salute della persona rispetto alle condizioni pregresse che egli stesso aveva potuto sin dall’inizio constatare e apprezzare, anche tenuto conto del principio di vicinanza della prova (tra i precedenti citati: Cass. Sez. 3, Sentenza n. 18392 del 26/07/2017).
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